LE CARROZZE RECORDS etichetta indipendente

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Federic Mompou
 
Combat del somni
 
1• Damunt de tu només les flors
2• Aquesta nit un mateix vent
3• Jo et pressentia com la mar
 
Francisco Ernani Braga
 
Cinco cancônes nordrchinas
 
4• O'Kinimbá - Canción de Makumba
5• Capim di pranta - Canción Jongo
6• Nigue-nigue-ninhas - Canción de cuna afro-brasileña, araiba do Norte
7• Sâo Joâo-dâ-râ-râo - Canción de ronda infantil, Pianí
8• Engenho novo! - Canción de trbajo
 
Heitor Villa-Lobos
 
9• Samba classico
 
Canconês tipicas brasileras
 
10• Môkocê cê-maká
11• Nozani-ná
12• Papae curumiassú
13• Xangó
14• Estrella é lua nova
15• Viola quebrada
16• Adeus Ema
17• Palida madona
18• Tu passaste por este jardim
19• Caboca de caxangá

Donatella Debolini soprano

Duccio Bianchi e Stefano Brondi chitarre

L'associazione tra voce e chitarra è stata coltivata sia nella musica classica che nella musica popolare: essa tocca i poli opposti della raffinatezza artistica estrema e della più sbrigativa praticità. Individuate le peculiarità del duo voce e chitarra da parte di numerosi compositori (una lunga linea ideale collega Carl Maria von Weber a Benjamin Britten e a Peter Maxwell Davies e i poeti da loro musicati), negli ultimi due secoli si è formato un repertorio di non piccole dimensioni, che va dal lied all'arietta sentimentale, dalla spensierata seguidilla al song drammatico e introspettivo. Non paghi di questo ragguardevole patrimonio musicale, gli inquieti chitarristi seguitano tuttavia a esplorare il repertorio altrui, ed è quanto avviene anche nel caso di questo disco, dove musiche originali per voce e pianoforte vengono proposte in una nuova veste per voce e due chitarre. Ovviamente, i sacrifici che un duo di chitarra richiede a un testo pianistico sono molto minori di quelli che imporrebbe una chitarra sola, e non ci riferiamo soltanto all'aspetto quantitativo - assai più salvaguardato dal duo, ma anche, e soprattutto, all'orchestrazione interna che, nel caso di cui si tratta, non solo è assai più ricca di quella accessibile alla singola chitarra, ma giunge anche a sfidare l'originale abito pianistico, il quale può vincerla sì in potenza, ma non certo in varietà coloristica e in trasparenza policroma.

Federico Mompou (Barcelona, 1893 - 1987) è uno dei musicisti del Novecento velati dal pregiudizio di una critica e di una storiografia improntate al settarismo ideologico. La sua opera - per molti versi accostabile a quella di Gabriel Fauré - si può definire intimista nel senso più proprio del termine, cioè riconoscendole una singolare profondità di pensiero musicale raggiunta nell'ambito - apparentemente limitato - della musica pianistica o della lirica per voce e pianoforte. Il titolo di una raccolta pianistica di Mompou, sfiorando l'ossimoro, svela più a fondo di qualunque descrizione il carattere e lo stile dell'autore: Musica callada. Il rifiuto di ogni forma di retorica, di ogni magniloquenza, di ogni artificio, la scelta formale che sempre punta all'immediatezza dell'espressione e all'essenzialità dei mezzi, conferiscono alla musica di questo autore originalissimo e solitario una trasparenza e una preziosità inconfondibili. Mompou scrisse anche per chitarra, arricchendo il repertorio originale dello strumento con la splendida Suite Compostelana e con il dittico Canción y Danza n. 13. Il ciclo di canzoni per voce e pianoforte intitolato in catalano Combat del somni (Combattimento del sogno) è stato creato su liriche del poeta catalano J. Janés: il calore sensuale dei suoi versi d'amore, anziché accendersi nella fiamma della poesia erotica, si purifica in immagini cristalline, quasi metafisiche. La musica di Mompou, che evita ogni incolonnamento strofico, si distende in un flusso continuo di sonorità liquide, di una limpidezza che tocca il mistero proprio nel momento in cui si apre allo splendore della luce (non è un caso che Vladimir Jankélévitch si sentisse affascinato dalla musica di Mompou non meno che da quella di Debussy). Nella lirica Damunt de tu només les flors la linea del canto si appoggia su un tessuto pianistico etereo, vera celebrazione della bellezza del suono quale metafora della bellezza della donna sommersa dai fiori. La lirica Aquesta nit un mateix vent ispira il compositore alla ricerca di una leggerezza immateriale, e l'assenza di gravità si manifesta soprattutto nella sezione centrale, dove la scansione metrica si fa pressoché impercettibile. Nel brano Jo et pressentia com la mar la musica invece assume direzione e movimento, ma sempre in assenza di un obiettivo terreno, protesa nell'indicazione di ciò che la motiva e, al tempo stesso, la trascende. Indubbiamente, in questi brani lo specifico suono del pianoforte ha una valenza insostituibile, ma è altrettanto vero che le due chitarre lavorano nella giusta direzione poetica.

I romantici presentimenti di Braga e di altri compositori brasiliani avrebbero trovato realizzazione piena e possente nell'opera di Heitor Villa-Lobos. Fu lui l'artefice di una musica nazionale e insieme universale, imbevuta dei vari strati della cultura brasiliana (carioca, negra, india) e insieme libera dai lacci del folclorismo regionalistico. La sua opera si manifesta prepotentemente in quasi tutti i generi vocali e strumentali e comprende alcune raccolte per voce e pianoforte (o formazioni da camera), quali le Canções Tipicas Brasileiras, una collezione che raduna pezzi scritti tra il 1919 e il 1935, sia su testi d'autori - quali Mario de Andrade, Alfredo Ferreira, Villalba Filho - che su testi popolari. In questo disco, esse sono precedute da una canzone non inclusa nella raccolta suddetta, e intitolata Samba classico. Lo stile di Villa-Lobos si manifesta inconfondibilmente anche in un insieme eterogeneo qual è quello della raccolta in se stessa; e ancor più della programmazione parziale di questo disco. Villa-Lobos punta da una parte a una radicalizzazione primitivistica del suo contatto con la musica popolare e dall'altro sviluppa una ricerca armonica originale, in cui sia il cromatismo wagneriano che il diatonismo debussiano trovano eco: questa complicata eteronomia si risolve perfettamente - almeno nelle composizioni brevi, come le canzoni di questa raccolta - anche sul piano formale, dove l'autore impiega disinvoltamente sia le forme strofiche che le forme tripartite a lied. E' fin troppo facile raccomandare agli ascoltatori l'apprezzamento del duo di chitarra nella maggior parte di questi pezzi, essendo quasi a tutti nota la vocazione chitarristica di Villa-Lobos e la sua formidabile presenza nella storia della musica per chitarra.
 
 
Angelo Gilardino